Le sorgenti dello sviluppo
Le sorgenti dello sviluppo
Perchè Gocce di Passato?
“Studia il passato se vuoi prevedere il futuro.” Così insegnava Confucio, e così gli uomini continuano a fare nel corso degli anni.
Dagli acquedotti romani della Regium Lepidi alla cosiddetta “acqua druveda” dei canali medievali che scorrevano nel territorio comunale, dall’acquedotto Levi alla Centrale idrica Reggio Est, c’è un filo blu che unisce all’acqua la storia degli abitanti di Reggio, della loro vita di tutti i giorni e del loro sviluppo economico.
Progettualità che ben dimostrano l’impegno e la capacità di potere andare oltre lo status quo, di volere ricercare soluzioni idonee per migliorare la funzionalità degli impianti. Sforzi, ricerche, operosità e know-how, individuali come collettivi, sono state finalizzate ad un obiettivo comune, nelle tradizioni civili e solidali della terra reggiana.
Per valorizzare il nostro patrimonio storico e non dimenticare le persone che hanno contributo allo sviluppo della nostra città pubblichiamo i testi che raccontano, attraverso la storia degli acquedotti, la nostra storia.
Iniziamo con la pubblicazione di due pregevoli volumi, ormai fuori commercio da tempo, dedicati all’acqua a Reggio Emilia.
L’ACQUA POTABILE DI REGGIO EMILIA - ADOLFO CASALI
Questo volume è uno studio, recuperato grazie al dott. Nicola Cassone, sulla qualità delle acque cittadine, commissionato proprio dalla Società costruttrice dell’acquedotto Levi.
Adolfo Casali, nato a Scandiano nel 1834 e morto nel 1905, era un farmacista con una grande predisposizione per la chimica, tanto da diventare, nel 1879, docente di Chimica generale all’Università di Ferrara: è da annoverarsi tra i più moderni studiosi di chimica applicata alle acque potabili.
La finalità dello studio, che comparava appunto le acque dell’Enza, pulite e destinate all’utilizzo umano, e quelle dei pozzi privati della città di Reggio Emilia, ricche di sostanze di cui era impregnato il suolo cittadino da tempo, era appunto quella, come si evince dal testo, di “…dimostrare all'evidenza la necessità di provvedere i centri popolosi di abbondante e buon'acqua, elemento indispensabile - dopo l’aria pura - alla salubrità pubblica ed al civile benessere.”
Del resto, la rete idrica per come la conosciamo oggi, nasce appunto dalla necessità di sconfiggere il colera fornendo acqua potabile alla città di Reggio Emilia. Grazie alla lungimiranza e all’impegno patrimoniale personale del senatore Ulderico Levi, fu costruito il primo acquedotto che collegava le fonti del fiume Enza da Montecchio alla città, inaugurato il 22 novembre 1885.
LE SORGENTI DELLO SVILUPPO – Acque potabili a Reggio Emilia dall’acquedotto Levi all’alba del miracolo economico – VITTORIO CAVATORTI
Questo volume, scritto da Vittorio Cavatorti nel 1999 per i tipi delle edizioni Diabasis su richiesta di AGAC per celebrare i 25 anni dalla nascita del Consorzio Intercomunale Gas-Acqua, è un viaggio nella storia delle acque potabili a Reggio Emilia, partendo appunto dalla costruzione dell’acquedotto Levi al passaggio al Comune della proprietà e della gestione del manufatto sino alle realizzazioni del dopoguerra ed alla nascita di AGAC.
Vittorio Cavatorti, nato a Montecchio nel 1960 e morto nel 1999, fu un brillante ricercatore e autore di numerosi saggi storici. Laureato in numerose discipline, collaborò con l’Università di Parma e con importanti istituzioni culturali nazionali e locali. Tutta la sua opera è stata improntata alla ricerca storico-sociale moderna e contemporanea, con particolare riferimento alla realtà locale.
La ripubblicazione di tale volume è stata resa possibile grazie alla disponibilità della vedova di Cavatorti, prof.ssa Rossella Garofani, e della figlia Francesca.
“Spesso proprio ciò che viene dato ampiamente per scontato, come l'acqua che esce da un rubinetto, rappresenta invece una delle più importanti conquiste di una civiltà. Per quanto le infrastrutture di base abbiano avuto un ruolo decisivo nella "grande trasformazione " che ha condotto all'avvento della civiltà contemporanea, la loro storia (ad esclusione forse del caso delle ferrovie) non ha mai ricevuto in Italia l'attenzione che merita, soprattutto in relazione alle esperienze non riferibili alle maggiori città”, scrive nella sua prolusione l’autore.
Si passa quindi dalla storia delle discussioni che portarono alla costruzione dell’acquedotto Levi, senza dimenticare che la città di Reggio non fu più interessata da epidemie di colera dopo l’entrata in funzione di tale manufatto, per arrivare agli anni del boom, con le interconnessioni acquedottistiche e le grandi centrali di via Gorizia e di Reggio Est.
Attraverso la storia delle infrastrutture essenziali per lo sviluppo urbano, come gli acquedotti, è possibile ripercorrere le tappe della "grande trasformazione" attraverso cui si è costruita la città moderna.
Il miglioramento della qualità delle acque potabili ha permesso il processo di urbanizzazione, oltre a migliorare la qualità della vita, ponendo le basi per la crescita industriale ed economica.